Il giusto atteggiamento per evitare gli infortuni

Statisticamente nel comparto cimiteriale gli infortuni derivanti dalla movimentazione manuale di carichi risultano numerosi. Per chi opera nel settore è evidente come i carichi e le situazioni, a volte inverosimili, in cui ci si può imbattere in fase di movimentazione di una salma o di un feretro confermino i dati statistici. Recenti dati Inail, risalenti al 2010, evidenziano come le malattie muscolo scheletriche da sovraccarico biomeccanico rappresentino il 60% delle denunce di infortunio. Senza considerare i frequenti casi in cui il lavoratore non denuncia l’evento negativo – infortunio o malattia professionale – attribuendolo a motivazioni extra lavorative.

Portiamo come esempio l’analisi del fenomeno infortunistico su sette cimiteri del comune di Milano, nonostante i dati siano relativi al 1996. Si evidenziano i casi di infortunio suddivisi per fase lavorativa e il tipo di lesione riportata.

 

Ciascuna fase lavorativa presenta rischi di:

  • caduta del carico durante la movimentazione;
  • infortunio dovuto alla movimentazione dei carichi che possono raggiungere e a volte anche superare i 200 kg
  • assunzione di posture scorrette associate alla necessità di compiere sforzi fisici rilevanti.

Le patologie alla colonna determinano costi economici e sociali rilevanti, in quanto comportano assenze dal lavoro, costi per le cure, cambiamenti di mansione o di lavoro e invalidità.

Le PATOLOGIE RISCONTRATE PIÙ FREQUENTEMENTE  sono la lombalgia acuta, la disfunzione del rachide cervicale, stiramenti muscolari, contratture ed ernie. Come si può notare, quindi, è coinvolta l’intera struttura osteoarticolare e nervo vascolare. L’85-90% di queste patologie sono guaribili in circa tre mesi, ma il 40-50% sono diventate lombalgie recidivanti e il 10-15% lombalgici cronici con vario gradi di invalidità.

La VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA MOVIMENTAZIONE MANUALE  di carichi può essere effettuata con un metodo quantitativo chiamato Niosh, che però purtroppo non risulta applicabile al comparto funebre in quanto necessita di tempi di movimentazione prefissati e contempla un numero massimo di due addetti con carichi certamente inferiori a quelli in gioco durante i servizi funebri. Si ricorre quindi a una valutazione di tipo qualitativo considerando tutti gli aspetti indicati nell’Allegato XXXIII del decreto legislativo 81/08, che riportiamo in parte ed esaminiamo qui di seguito.

La MOVIMENTAZIONE MANUALE  di un carico può costituire un rischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari, nel caso di carico troppo pesante. Gli uomini avrebbero un limite massimo sollevabile di 25 kg e le donne di 20, senza dimenticare che tali limiti scendono a 20 per gli uomini e 15 per le donne superati i 45 anni di età.

  • carico ingombrante o difficile da afferrare
  • carico può essere collocato in una posizione tale per cui deve essere tenuto o maneggiato a una distanza che provoca una torsione o inclinazione del tronco
  • può, a motivo della struttura esterna e/o della consistenza, comportare lesioni per il lavoratore, in particolare in caso di urto.

Lo SFORZO FISICO  può presentare rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari, quando:

  • è eccessivo (il carico può superare i 200 kg)
  • può comportare un movimento brusco
  • è compiuto con il corpo in posizione instabile.

Le CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE DI LAVORO  possono aumentare le possibilità di rischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari, nei seguenti casi:

  • lo spazio libero, in particolare verticale, è insufficiente per lo svolgimento dell’attività richiesta
  • il pavimento è ineguale, quindi presenta rischi di inciampo oppure è scivoloso
  • il posto o l’ambiente di lavoro non consentono al lavoratore la movimentazione manuale di carichi a un’altezza di sicurezza o in buona posizione
  • il pavimento o il piano di lavoro presenta dislivelli che implicano la manipolazione del carico a livelli diversi
  • la temperatura, l’umidità o la ventilazione sono inadeguate.

Purtroppo, come già detto, la meccanizzazione delle procedure di lavoro non è sempre possibile per svariati motivi, tra cui quelli culturali: l’utilizzo del cala feretro durante l’inumazione non corrisponderebbe, per esempio, a una visione tradizionale dell’ultimo saluto. Resta fondamentale la formazione degli addetti, che non sempre viene effettuata e seguita con la dovuta attenzione, sottovalutando l’effettiva incidenza del rischio. Dall’analisi illustrata emerge che nelle fasi di trasporto le patologie maggiori sono a carico del rachide lombare con lombalgie acute e possibili peggioramenti, mentre nelle fasi del lavoro cimiteriale le patologie più a rischio sono rilevate sull’intera struttura della colonna vertebrale. Ci si augura che nella progettazione di nuove costruzioni in ambito cimiteriale si tengano presenti gli sforzi enormi che bisogna fare per movimentare carichi pesanti e ingombranti, e si proceda con la realizzazione di spazi che permettono l’accesso di qualsiasi operatore in condizioni di sicurezza.

MANIPOLAZIONE, MOVIMENTAZIONE E TRASPORTO SALMA, BARA, FERETRO
In ogni aspetto di queste fasi di lavoro la movimentazione manuale di carichi risulta elevata. Si pensi, per esempio, alla vestizione o al recupero della salma, alla preparazione e a tutti i vari spostamenti che si effettuano nel corso di un servizio.
Per il TRASPORTO DEL FERETRO  si impiegano generalmente quattro necrofori, in modo da suddividere il carico in maniera uniforme per ciascun addetto tenendo anche conto che spesso si opera in terreni accidentati o in spazi ristretti. Questa fase prevede il sollevamento a braccia (in alcuni casi il successivo trasporto a spalla), con l’ausilio dei carrelli e di appositi rulli di scorrimento installati sulle auto che aiutano il trasferimento, diminuendo la forza della spinta da parte dell’operatore. Nella MOVIMENTAZIONE DELLA SALMA IN FASE DI RECUPERO  spesso gli operatori sono due, ausiliati da sacche plastificate monouso con maniglie che contribuiscono a una migliore presa e distribuzione del peso. Durante il trasporto in un recupero non va dimenticata la corretta scelta del cassone per salme e delle sue peculiarità costruttive: leggerezza, praticità e maneggevolezza per poter agevolare lo spostamento in qualsiasi situazione, riducendo in maniera radicale i danni per carico discale degli operatori.
Utilizzare i carrelli estensibili con maniglie agevola lo spostamento e il carico del feretro anche su terreni sconnessi. Un elemento molto efficace sarebbe il saliscale o scendiscale: questi mezzi sono stati creati appositamente per la nostra attività, con caratteristiche che garantiscono una perfetta distribuzione dei carichi e un’elevata manovrabilità, anche in spazi angusti, grazie a ruote girevoli.
Non sempre però questi ausili meccanici possono essere presenti o utilizzati e il risultato di questa fase operativa comporta:

  • applicazione dei carichi in modo asimmetrico sulla parte dorso lombare
  • forte sollecitazione del rachide cervicale e dell’intera colonna in modo squilibrato e in rotazione
  • sofferenza del muscolo trapezio superiore, della parte cervicale e danni nel tempo alle articolazioni clavicolari e scapolo omerali (spalla) se usato il trasporto a spalla.

TUMULAZIONI ED ESTUMULAZIONI
Durante la TUMULAZIONE NEI LOCULI  gli sforzi fisici sono molto elevati, soprattutto in determinate situazioni. Nelle prime due file partendo dal basso l’operazione è abbastanza semplice, ma dalla terza fila (a un’altezza di circa 2 metri), in mancanza di un solleva feretri meccanico, è necessario predisporre un trabattello con un’altezza corrispondente all’ingresso del loculo sul quale il feretro (del peso medio di circa 200 kg) viene collocato manualmente. Dalla quarta fila si necessita inoltre di un’impalcatura sulla quale il feretro viene sollevato manualmente con funi e carrucole, a volte solo a braccia. Sono problematiche anche le TUMULAZIONI IN TOMBE INTERRATE O MONUMENTI DI FAMIGLIA, a causa degli spazi ristretti e alle caratteristiche di realizzazione delle opere commemorative. Le criticità connesse a questo tipo di movimentazione associata ad assunzione di posture scorrette e sforzi fisici elevati (soprattutto nelle operazioni di sollevamento sui trabattelli e impalcature) aumentano lo stress meccanico gravante sulle strutture muscolo scheletriche.

INUMAZIONE ED ESUMAZIONE
Durante l’INUMAZIONE la fase maggiormente critica è riconducibile all’attività di calo del feretro tramite funi nella fossa. Il processo lavorativo è uguale, ma opposto, durante le ESUMAZIONI, che aggiunge una sollecitazione dell’apparato cardiorespiratorio dovuto allo sforzo. Le patologie più frequenti risultano le affezioni del rachide lombare e cervicale. Attualmente gli interventi di prevenzione o protezione da poter adottare in questa fase lavorativa risultano limitati. Durante l’esecuzione di azioni che comportino l’assunzione di posture dannose per la schiena è necessario che gli operatori siano appositamente formati attraverso un training specifico che prevede l’addestramento e le acquisizioni di tutte le informazioni utili quali:

  • rispetto dell’asse vertebrale (la linea retta della schiena)
  • ampliamento della base d’appoggio dei piedi sfruttando il peso del proprio corpo
  • utilizzo della forza degli arti inferiori e non della schiena (piegarsi sulle ginocchia)
  • avvicinamento del corpo al punto di presa del carico
  • mantenimento dell’equilibrio
  • adozione di prese corrette
  • evitare movimenti di rotazione e inclinazione laterale, adottando anche un sincronismo fra operatori.