In viaggio con San Pio da Pietrelcina

Evento raro, forse irripetibile, che le spoglie di un Santo vengano messe in viaggio. Cosa possibile e doverosa se vengono richieste dalla più alta autorità religiosa della Chiesa Cattolica. Nicola Agandi, autore dell’articolo, racconta come si è svolto il viaggio organizzato dall’impresa Valerio di San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia.

In occasione del Giubileo straordinario della misericordia, l’imprevedibile Papa Francesco ha voluto in Vaticano non uno ma ben due Santi nello stesso momento. Il più atteso è stato senza dubbio San Pio, meglio conosciuto come Padre Pio. Già intorno ai primi di dicembre dello scorso anno il ministro provinciale dei frati minori cappuccini di San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia, per poter traslare la teca del Santo che riposa nel medesimo comune non poteva che conferire questo delicato quanto esclusivo incarico a un impresario funebre. Il superiore dell’ordine non ha avuto dubbi e si è rivolto a Giovanni Valerio dell’omonima agenzia funebre presente in paese dal 1950. Perché proprio la ditta Valerio? Perché l’oggi scomparso Carmine, papà di Giovanni, nel 1968 era stato scelto dagli stessi frati per organizzare il funerale del noto frate di Pietrelcina. E nel 2008, quando il corpo di Padre Pio è stato esumato per essere trattato in vista dell’ostensione, Giovanni era stato precettato per seguirne le operazioni. Giovanni è sempre stato molto legato a Padre Pio, all’anagrafe Francesco Forgione, che lo ha anche battezzato. L’esperienza appena vissuta dall’esperto impresario rimarrà indelebile. Non è mancata la tensione, tanta e inevitabile, durante i preparativi e tutti gli spostamenti. Tutto era stato pianificato nei minimi dettagli e doveva procedere a perfezione. Le televisioni che seguivano l’evento sono state molte e fra queste anche la Cnn, che fa capire lo spessore dell’evento stesso. L’atteso viaggio di circa un migliaio di chilometri ha avuto inizio il 3 febbraio e si è concluso l’11 per quanto riguarda Roma e la basilica di San Pietro. Fino al 14 febbraio gli spostamenti sono proseguiti con tappe aggiuntive a Benevento, Foggia e San Giovanni Rotondo, presso l’ospedale, concludendosi con il rientro nella maestosa cripta appositamente realizzata per ospitarlo. Il corteo, che possiamo definire a tutti gli effetti funebre, è stato accompagnato da un’imponente scorta di polizia composta da circa dieci veicoli, motociclette e addirittura un elicottero che seguiva ogni fase dall’alto. Gli agenti impiegati sono stati numerosi e molto attenti, tutti i cavalcavia autostradali erano presidiati da altre pattuglie e ovviamente da fedeli, lo spazio nella zona del santuario aereo è stato interdetto. Come spesso accade per eventi così attesi dal popolo, la tabella di marcia non è stata rispettata, non a causa di disguidi tecnici ma per la folla che onorava il transito del Santo.

san-pio-1«La folla lungo il percorso era veramente tanta, i fedeli hanno manifestato un’accoglienza calorosa, oltre le più ampie aspettative. Negli occhi dei fedeli potevo vedere la loro commozione, il loro sentito affetto e la venerazione per questo amatissimo Santo», ha commentato Giovanni, che ha condotto personalmente il furgone con a bordo i resti di Padre Pio. In ogni punto del tragitto, anche nei più impensabili, si erano radunati gruppi di persone, con telefonini, macchine fotografiche, rosari alla mano, fazzoletti al vento, tutti intenti a salutare il passaggio del corpo di Padre Pio e possibilmente immortalarlo con uno scatto, offrirgli un saluto o una semplice preghiera. Alcuni oltrepassavano il cordone di sicurezza della polizia per toccare il furgone. Alcuni devoti sono stati visti da Giovanni inginocchiarsi a terra in segno di assoluta venerazione, mentre altri hanno atteso sotto la pioggia il proprio turno in fila, anche oltre un’ora, fino alle due di notte, per accedere a San Pietro. Questo a dimostrazione di quanto oggi Padre Pio sia ancora amato. Solo a Roma le autorità hanno calcolato siano passate per l’occasione più di 500.000 persone. Giovanni ha ben presente quando all’insaputa di tutti il pontefice è giunto vicino alla teca dove si è seduto e trattenuto per offrire la sua speciale adorazione e le sue silenziose preghiere a San Pio. «Tutti i componenti dello staff hanno provato una grande emozione nell’averlo avuto a pochi metri, anche lui incantato dall’umile frate di provincia», ha aggiunto Giovanni. La movimentazione della teca non è stata semplice. Le sue dimensioni sono ben diverse da quelle di un comune cofano, così come il peso che si aggira attorno ai 280 kg. Per l’occasione è stata aggiunta una seconda copertura in plexiglass. Il furgone prescelto per il viaggio è stato riadattato con un pianale rinforzato e abbellito, sono stati aggiunti altri faretti a led per migliorare l’illuminazione artificiale e quanto di meglio per offrire il massimo comfort durante gli spostamenti. Come già accennato, l’organizzazione era stata ben pianificata tanto che nel corteo di auto al seguito viaggiava anche un falegname pronto a intervenire per l’assistenza della teca e della sua portantina. Insomma, il nostro amico Giovanni ha svolto varie mansioni: impresario, organizzatore (uno dei soli quattro laici), autista ma anche cerimoniere. Lo ringraziamo per la disponibilità e per essere rimasto in costante contatto informandoci sugli sviluppi degli spostamenti e sulle curiosità che ne scaturivano.