Significato e liturgia delle esequie

Già nella preistoria e nell’antichità l’uomo praticava riti, anche se non sempre di facile interpretazione, legati alla morte e al trattamento dei defunti. Il significato delle esequie, sia dal punto di vista antropologico sia rituale, è un tema molto interessante e di grande attualità che ancora oggi merita un approfondimento. In particolar modo con la diffusione della pratica della cremazione, ora ammessa anche dalla Chiesa, che continua comunque a preferire l’inumazione, come ha sottolineato don Amilcare Zuffi – direttore dell’ufficio liturgico della Diocesi di Bologna e segretario della commessione regionale Emilia Romagna per la liturgia – al convegno “Chiese cimiteriali e liturgia delle esequie nella pratica di cremazione dei defunti” nel corso dell’ultima edizione di Devotio, la manifestazione dedicata a prodotti e servizi per il mondo religioso.

LUOGHI DI MEMORIA
Riportare l’attenzione sui luoghi di memoria significa tornare a dare importanza a un momento che nell’ottica cristiana è considerato il passaggio verso la vita eterna. Un tema sottolineato da Claudia Manenti, architetto e direttrice del Centro studi per l’architettura sacra – Fondazione Lercar. «La pratica sempre più diffusa della cremazione dei defunti pone il problema di trovare luoghi consoni alla conservazione delle ceneri e alla condivisione sociale del lutto. Alcune diocesi cattoliche della Germania hanno organizzato spazi liturgici dismessi al culto o poco utilizzati come chiese cimiteriali, recuperando attraverso gesti simbolici, con particolare riferimento alla liturgia battesimale, il senso della morte e della speranza nella risurrezione propria del cristiano».