Tutte le normative riguardanti l’obbligo di apposizione del marchio sul cofano funebre non danno adito a una libera interpretazione. Il rispetto delle regole e la massima attenzione anche alle azioni che quotidianamente l’impresario si ritrova a compiere possono evitare condanne e sanzioni. Questi sono alcuni spunti di riflessione di Marco Ghirardotti, presidente di Assocofani, in merito alla vicenda di Tommaso Masciangelo.
Quello capitato a Tommaso Masciangelo è indubbiamente un episodio molto spiacevole, ma purtroppo è anche la conferma di quanto siano ancora poco conosciute da parte degli addetti ai lavori le normative che regolamentano l’intero settore funebre e come sono spesso sottovalutate le conseguenze alle quali l’impresario può andare incontro quando non rispetta o ignora queste norme, sia dal punto di vista pecuniario sia giuridico-penale. Pur agendo in buona fede, come più volte precisato dallo stesso Masciangelo, per il solo utilizzo di un cofano sprovvisto del marchio del produttore per un servizio funebre è stata inflitta una condanna di non poco conto, che lo ha lasciato amareggiato e senza parole. Confrontandosi poi con altri colleghi l’impressione che ne è scaturita è che anche questi ultimi avrebbero potuto incorrere nella medesima circostanza. Tutto questo è dovuto, a mio parere, principalmente a una mancanza di approfondita conoscenza delle regole e delle leggi sulla funeraria, situazione lacunosa e alquanto diffusa tra la maggior parte degli addetti al settore.
CONTROLLI, SPORADICI MA POSSIBILI
A mio avviso non dovrebbero essere i controlli da parte degli enti autorizzati a fare in modo che gli impresari siano costantemente aggiornati in merito alle vigenti regole e normative. Solo quando fatti così eclatanti, come lo spiacevole episodio di cui sopra, vengono portati alla ribalta nazionale dalla stampa, molti impresari prendono coscienza di quelli che possono essere i problemi e quali i costi da affrontare a causa di una mera dimenticanza o di un comportamento superficiale legati a un mancato rispetto della legge.
L’ESPERIENZA NON È SEMPRE SUFFICIENTE
Tutte le normative riguardanti l’obbligo di apposizione del marchio da parte del fabbricante sul cofano funebre non danno adito a una libera interpretazione. Quello che è successo, e che può accadere ad altri impresari, può essere imputato a superficialità, disattenzione o disinformazione. A volte capita che imprese, pur operando da diversi anni e con molta esperienza, svolgano durante il servizio procedure non del tutto regolari in quanto tramandate e consolidate nel tempo. E proprio perché un errore può capitare, è ancora più importante riconoscere l’affidabilità e la professionalità di aziende fornitrici serie, che rispettano le regole e che forniscono ai propri clienti prodotti validi e a norma, divenendo di fatto co-responsabili di quello che producono e commercializzano sul territorio. L’impresario è tenuto sempre a effettuare il controllo finale su ciò che utilizza e, a ulteriore garanzia, dovrebbe sempre affidarsi a un produttore serio, conosciuto nel corso degli anni e del quale si possa fidare ciecamente.
GLI ESAMI NON FINISCONO MAI
I corsi per la formazione sia del personale sia dei titolari sono un ottimo veicolo di diffusione delle normative vigenti e in fase di evoluzione. Sono utili per dare indicazioni importanti anche su tematiche che spesso l’impresario non affronta di sua iniziativa, ma che si dimostrano fondamentali per supportare la famiglia come l’elaborazione del lutto, la resilienza e l’empatia. Un corso con docenti validi riesce a preparare sia gli impresari appena entrati in questo settore sia a mantenere aggiornato chi ci lavora già da tempo. Abbiamo infatti raccolto testimonianze di impresari che hanno riconosciuto di aver concluso il corso con un bagaglio di esperienza in più, grazie alle indicazioni ricevute dai docenti, tra i quali anche medici e psicologi, che hanno rielaborato e riveduto allo stato attuale argomenti conosciuti e appresi nel corso degli anni di esperienza, ma troppo spesso poco considerati e passati in secondo piano. Il messaggio finale che voglio trasmettere agli impresari è quello di rispettare le regole e prestare attenzione alle azioni quotidiane, controllare tutto in modo metodico, non dare nulla per scontato e non snobbare un buon corso di aggiornamento perché, come diceva Eduardo De Filippo, gli esami non finiscono mai!