Tuteliamoci con la lettera di sollecito

Per recuperare il capitale insoluto, ricorrere al piano di rientro del debito, cui accennavamo nello scorso numero, può non essere sufficiente. Non tutti i clienti si dimostreranno disposti a sottoscrivere una dilazione oppure, qualora lo facessero, potrebbero non rispettare le scadenze fissate per le singole rate. In entrambi i casi l’impresario può servirsi di un ulteriore strumento per tutelare il proprio credito senza la necessità di rivolgersi a un legale: una lettera di sollecito.

lettera di sollecitoSi tratta di una lettera formale, che tuttavia deve essere redatta in tono amichevole e presentare un carattere conciliante. L’obiettivo è quello di ottenere il pagamento senza dover ricorrere a tutele legali. La lettera, su carta intestata dell’impresa, dovrà essere inviata a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno preferibilmente a chi ha sottoscritto il contratto e dovrà indicare con chiarezza i dati del defunto per il quale è stato prestato il servizio funebre, il riferimento al contratto firmato, l’importo esatto che deve essere pagato e infine un termine entro il quale il pagamento dovrà essere perfezionato. Se poi ci si fosse precedentemente accordati per un piano di rientro del debito e questo non fosse stato rispettato, potrà essere incluso un riferimento a tale accordo. Dovrà inoltre essere specificato che oltre il termine concesso, in mancanza del pagamento o anche solo di un riscontro, l’impresario sarà libero di rivolgersi a un legale per la tutela del proprio credito, circostanza che inevitabilmente comporterà una spesa aggiuntiva per il cliente debitore.

L’invio di una lettera di sollecito rappresenta quindi l’ultimo tentativo dell’impresario per ottenere il pagamento in maniera bonaria. Questo strumento dimostra l’atteggiamento corretto dell’impresario, ma non può sostituirne un altro, del tutto necessario nel caso il pagamento non sia adempiuto: la lettera di diffida con contestuale messa in mora del debitore.