Tutti in rosa per il Giro d’Italia

Vetrine di negozi, balconi, porte, alberi, strade, piazze, persone… È sempre una grande festa e tutta Italia si veste un po’ di rosa al passaggio del Giro. Ma un cofano funebre in rosa è stato indubbiamente l’addobbo più stravagante dedicato a questo ultimo Giro d’Italia 2016, che si è concluso il 29 maggio e ha visto la vittoria del corridore italiano Vincenzo Nibali. L’idea è stata dell’impresa di onoranze funebri Basso, che ha deciso di festeggiare in questo modo il passaggio dei corridori davanti alla propria sede di Villa del Conte, in provincia di Padova, durante l’undicesima tappa, un percorso di 227 km da Modena ad Asolo, in provincia di Treviso.

Al passaggio davanti alla sede dell’impresa Basso di Villa del Conte, in provincia di Padova, anche la maglia rosa sembra sorpresa nel vedere la bara tutta rosa.
Al passaggio davanti alla sede dell’impresa Basso di Villa del Conte, in provincia di Padova, anche la maglia rosa sembra sorpresa nel vedere la bara tutta rosa.

«La carovana rosa è passata per il centro del nostro paese, che è stato la sede del traguardo volante e ha ricevuto diversi premi. Anche noi, come tutti i nostri paesani e i vari comitati, abbiamo addobbato le nostre vie e le case con le solite cose che si vedono solitamente al passaggio della tappa. Ma volevo azzardare qualcosa di particolare e così ho deciso di esporre, solo per 15 minuti, un cofano fuori misura più 4 con un’imbottitura rosa che abbiamo posizionato in verticale sopra un carrello», racconta Maurizio Basso, titolare insieme al fratello Michele dell’impresa Basso, fondata nel 1960 dal papà Attilio a Campo San Martino, a pochi chilometri dalla sede attuale di Villa del Conte in cui si è trasferito nel 1962, dopo il matrimonio con Antonietta. Un’idea indubbiamente singolare quella del cofano in rosa dei fratelli Basso, che sono ancora oggi seguiti da vicino da Attilio, molto conosciuto nel settore delle onoranze funebri anche per le idee innovative. «Quando è passato l’operatore della Rai si è proprio girato e ci ha ripreso per pochi secondi», conclude Maurizio, «che però sono bastati perché tantissima gente, che seguiva il Giro in televisione, restasse sorpresa nel vedere quello che avevamo fatto. È stato pubblicato un servizio su un giornale on line e il giorno successivo ne ha parlato anche Il Mattino di Padova».